FOLK BIKE

PROCESSIONE DEI MISTERI

EriceKarfrProzession1.jpg
Di Ziegler175 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=33130073

La processione dei Misteri di Erice, è una manifestazione religiosa popolare tipica della città di Erice, che si celebra il Venerdì Santo. La processione originariamente era mista, composta da statue lignee” e da personaggi viventi, dal 1856 composta solo da sei vare e dalla Croce di Cristo.

Nella seconda metà del ‘500 si rievocava la Passione di Cristo con rappresentazioni sceniche teatrali. L’origine è fissata a Erice nel 1586, quando la Confraternita di Sant’Orsola aggregò i fratelli della Beata Vergine sotto la comune denominazione di «Compagnia della Morte».

Le notizie più antiche in merito alla casazza ericina risalgono al 1742, in tale occasione parteciparono alla rappresentazione animata 55 personaggi. Si trattava di recitazione teatrale di brani dell’Antico e Nuovo Testamento effettuate sul sagrato della quattrocentesca chiesa di Sant’Orsola detta dell’«Addolorata», da lì i “personaggi” muovevano verso le quattro parrocchiali (chiesa di Sant’Antonio Abatechiesa di San Cataldochiesa di San Giuliano e la collegiata di Santa Maria Assunta, all’interno delle quali riprendevano la rappresentazione.

Nel 1749 si tenne la più grandiosa rappresentazione con ben 109 personaggi.

Nel 1751 la Passione fu recitata con quattro interlocutori, Giovanni EvangelistaMaria Maddalena e due angeli. Del 1753 un documento che cita la processione della Madre della Pietà, da ciò si evince il primato della statua raffigurante Maria Addolorata ad essere realizzate per la processione ericina.

Gli attori recitanti erano seguiti dal simulacro di Maria Addolorata, dall’Urna contenente il corpo di Cristo, dai Vattenti che si percuotevano il corpo, e dal clero in abiti penitenziali, con corone di spine in testa e corde al collo.

Del 1762 si ha notizia dei primi documenti scritti che riferiscono di “statue lignee”. Con l’uso dei simulacri, il numero dei personaggi viventi diminuisce drasticamente a causa degli elevati costi per la produzione scenica di tali rappresentazioni.

La Chiesa cominciava a mal tollerare i riti corporali della fustigazione della carne, allo stesso tempo fu interdetta l’entrata nei luoghi di culto di qualsivoglia processione, segnando di fatto la fine dei riti delle casazze.

L’ultima processione nella quale comparvero dei “personaggi” fu quella del 18 aprile 1851 che iniziò alle ore 20 per concludersi tre ore dopo. Sfilarono recitando solo 4 personaggi (rappresentavano Giuseppe e i suoi fratelli), la Compagnia dell’Addolorata, quattro misteri della Passione preceduti da schiere di angeli ben vestiti e dai corpi di maestranza, dalla processione di molte persone con le torce tra cui due angeli, seguiva il gruppo di Gesù deposto nel sepolcro portato in spalla da quattro sacerdoti, e per finire, l’Addolorata con la banda e due angeli che recitavano un madrigale ogni volta che il gruppo si fermava davanti a una chiesa.

L’uso dei Vattenti fu definitivamente vietato intorno nel 1856 su disposizione del vescovo di TrapaniVincenzo Ciccolo Rinaldi che proibì tali tragiche rappresentazioni nel capoluogo.

Col passare degli anni, ai personaggi si sostituirono esclusivamente gruppi scultorei in legno, le cui fattezze e movenze furono largamente ispirati a quelli trapanesi, anche se di più piccole dimensioni.

Il corteo processionale prendeva avvio nel pomeriggio del Venerdì Santo dalla quattrocentesca chiesa di Sant’Orsola detta dell’«Addolorata» nei pressi di Porta Spada, per poi risalire lungo la strada che costeggia le millenarie mura elimo – puniche.

Oggi l’itinerario della processione della Via Crucis ha inizio il Venerdì Santo intorno alle 14 dalla chiesa di San Giuliano nei pressi dei Giardini del Balio, accompagnati dal suono di marce funebri della banda musicale, attraverso via Roma, via San Francesco, via Vittorio Emanuele si giunge a piazza Madrice, procede per via Vito Carvini, via Gervasi, piazza Umberto, via Vittorio Emanuele, la sosta prolungata in piazza della Loggia, via Albertina, piazza San Martino, via Fontana, via Cordici, via Guarnotta per concludersi in piazza San Giuliano, per rientrare nell’omonima chiesa intorno alle 20.[1]

Ad aprire il corteo sono i confrati della Congregazione del Purgatorio che indossano la tunica bianca ricamata di rosso. I misteri portati a spalla, decorati e illuminati sobriamente, si allineano dinnanzi al sagrato della chiesa, lungo la via erta e scoscesa che conduce verso piazzetta del Carmine e da lì attraverso le suggestive e affascinanti strade ericine, lungo l’antico lastricato, e spesso nella nebbia che magicamente li avvolge, iniziano il loro piccolo ma intenso itinerario, sino al rientro nelle prime ore della serata.