Il Quartiere spagnolo è un’antica fortezza di Erice della prima metà del XVII secolo[1].
Su un’ampia spianata rocciosa, che dà sulla Tonnara di Bonagia e su Monte Cofano[2], si erge il Quartiere spagnolo, costruito verso la prima metà del XVII secolo, periodo in cui vigeva l’obbligo di posata (dal 1424 al 1630), ovvero l’obbligo di offrire vitto e alloggio ai soldati della guarnigione posta a presidio, gli spagnoli. Gli abitanti di Erice però non volevano che gli spagnoli stessero troppo vicino a loro, decisero così di autotassarsi e costruire una caserma un po’ più lontana dal centro abitato, ecco perché la sua posizione è un po’ più decentrata. I lavori furono interrotti però ben presto e i soldati trovarono rifugio nel castello. La struttura rimase abbandonata per secoli, e solo verso la fine dell’Ottocento il Conte Agostino Pepoli propose all’amministrazione comunale di restaurare tutto l’edificio a proprie spese e di custodire in esso i reperti archeologici da lui rinvenuti ai quali avrebbe aggiunto le opere d’arte, quadri, statue e preziosi gioielli, maioliche, plastiche, monete dal patrimonio di famiglia. La sua proposta fu scartata e il Pepoli decise di dedicarsi ad altri progetti nel territorio di Trapani. La costruzione vide i lavori di restauro solamente intorno nel 2005.
Oggi il Quartiere spagnolo, sede della sezione etnoantropologica del Polo museale Antonio Cordici, ospita all’interno tre esposizioni:
- Arti e mestieri di una volta: Un percorso sulla vita rurale, attrezzi e oggetti della vita passata
- Erice, terra di mare: La pesca del tonno, un museo multimediale sulla mattanza
- Artigianato ericino: Questa sezione vanta due esposizioni; uno che abbraccia i tappeti ed uno la ceramica