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RISERVA NATURALE DELLO ZINGARO

Di tato grasso – Opera propria (personal work), CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1278112

La riserva naturale orientata dello Zingaro è un’area naturale protetta situata nei comuni di Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani[1]. Istituita nel 1981, è gestita dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana.

La costa dello Zingaro è uno dei pochissimi tratti di costa della Sicilia non contaminata dalla presenza di una strada litoranea.

Il territorio fu abitato da un’ultima famiglia di contadini fino a circa il 1960, nella casa che oggi è il museo dell’intreccio, ristrutturato nel 2013. Gli abitanti per trasportate le merci e l’acqua usavano i muli. Oggi per il trasporto dei rifiuti e delle merci in generale, si usano sempre i muli, unico mezzo di trasporto possibile.

Nel 1976 erano già iniziati i lavori per la costruzione della litoranea Scopello-San Vito Lo Capo, ma in seguito ad una serie di iniziative del mondo ambientalista, culminate in una partecipatissima marcia di protesta che ebbe luogo il 18 maggio 1980,[2] l’Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana si impegnò ad espropriare l’area dello Zingaro riconosciuta di grande interesse ambientale.

Con la legge regionale 98/1981, venne ufficialmente istituita la riserva, la prima riserva naturale della Sicilia, affidata in gestione all’Azienda Regionale Foreste Demaniali[3]. L’iter istitutivo fu completato con il decreto assessoriale 9 maggio 1988, che approvava il regolamento della riserva [4].

La riserva si estende nella parte occidentale del Golfo di Castellammare, che si affaccia sul Tirreno tra Castellammare del Golfo e Trapani (coordinate geografiche: 38°06′15.26″N 12°47′27″E).

Il territorio ricade in parte nel comune di Castellammare del Golfo e in parte nel comune di San Vito Lo Capo; si estende lungo 7 km di costa e quasi 1.700 ettari di natura incontaminata. La sede amministrativa si trova nel comune di Castellammare.

La costa è formata da calcareniti quaternarie e da rilievi calcarei del Mesozoico di natura dolomitica, con falesie che da un’altezza massima di 913 m (Monte Speziale) degradano ripidamente verso il mare, intercalate da numerose calette.