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CASTELLO A MARE DI CASTELLAMMARE DEL GOLFO

Di Daniele Pugliesi – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=63970800

Nei pressi del porto di Castellammare del Golfo sorge il cosiddetto Castello a mare, chiamato così perché fino agli anni ottanta era lambito dal mare. Lo specchio di mare antistante la torre era chiamato “vasca della regina” per indicare una vasca naturale delimitata da scogli, che la leggenda vuole fosse in uso alla regina del castello.[33]

Si pensa che il castello a mare venne costruito dagli arabi nel X secolo.[34] Le prime notizie del castello a mare risalgono al geografo arabo Idrisi, che nel 1154 scrisse nel Libro di Re Ruggero:[35][34]

«Nessun castello è più forte di sito né meglio per la costruzione che questo qui, cui cinge intorno un fosso tagliato nella montagna. Si entra nel castello per un ponte di legno che si leva e si rimette come si vuole»
(Idrisi, geografo arabo)

Secondo lo stesso Idrisi, il castello a mare fungeva da dependance del più importante maniero di Calathamet (“Castello dei Bagni”), che sorgeva nei pressi delle sorgenti termali presenti nei pressi di Castellammare del Golfo.[35]

Fu ampliato da Normanni e successivamente fortificato dagli Svevi tramite l’aggiunta di mura difensive e delle torri.[34][36] Nel 1316, in seguito alle lotte tra Angioini e Aragonesi, fu distrutto da Federico II d’Aragona per poi essere ricostruito.[34] Venne dotato prima di due torri merlate (denominate “Torre di San Giorgio” e “Torre della Campana”),[34] quindi venne aggiunta una prima cinta muraria nel 1521,[34] poi nel 1537 una terza torre (detta “il Baluardo”),[34] una quarta torre nel 1586 (che è l’unica torre che è ancora visibile[36]) e infine una seconda cinta muraria nel 1587.[34] Durante lo stesso periodo il ponte levatoio preesistente venne sostituito con l’odierno ponte in muratura.[34]

Pietro II d’Aragona lo assegnò a Raimondo di Peralta e da questi passò agli eredi Guglielmo e Nicolò. Fu in seguito proprietà di Pietro Spadafora Ruffo, che lo lasciò come dote alla figlia, divenendo quindi proprietà di Sigismondo di Luna. Dopo una serie successiva di passaggi ritornò alla fine del Cinquecento alla famiglia Luna. Nel 1649 fu venduto a Francesca Balsamo Aragona principessa di Roccafiorita.[33] Oggi è di proprietà pubblica e ospita al suo interno un polo museale che si snoda in un percorso denominato “La Memoria del Mediterraneo”[37] che comprende quattro sezioni: il Museo dell’Acqua e dei Mulini, il Museo delle Attività Produttive, il Museo Archeologico e il Museo delle Attività Marinare.[35]