Il monte San Calogero (talvolta anche monte Kronio) è una collina situata a circa 7 km da Sciacca, comune italiano del libero consorzio comunale di Agrigento, in Sicilia, inserita in una riserva naturale orientata, gestita dall’Azienda foreste demaniali della Regione Siciliana.
Chiamato anche monte Kronio, perché secondo la leggenda questi era la dimora della divinità greca Crono (padre di Zeus), il complesso raggiunge, su un’area di 50 ettari, un’altitudine di 395,48 m s.l.m. ed è costituita prevalentemente da calcare.
La riserva si pone a protezione di un articolato labirinto di grotte interessate da fenomeni termali riconducibili a vulcanesimo secondario che si manifesta con emanazione di sali sulfurei a temperature medie di 40 gradi, con escursioni comprese ra i 36 e i 42 °C e variazioni nelle diverse stagioni e ore del giorno. A causa della temperatura elevata, il soggiorno nella grotta, secondo la leggenda scavata da Dedalo nel periodo in cui il territorio era occupato dai Sicani, era tradizionalmente utilizzato per la cura di affezioni quali artrite, reumatismi, gotta e sciatica. All’interno erano stati realizzati sedili e banconi e praticati fori nelle pareti nei quali dovevano essere inseriti gli arti sofferenti. Comprendendone le potenziali proprietà curative, difatti, in seguito ad un’indagine commissionata nel 1880 dal consiglio comunale di Sciacca al professor Silvestro Zinno, il comune si propose di realizzarne uno stabilimento termale.
Le grotte del complesso vengono così denominate: Stufa di San Calogero, la Grotta del Lebbroso, Grotta Gallo, Grotta Cucchiara e Grotta del Mastro.[1] La più nota fra queste è la Stufa di San Calogero che si sviluppa per 9.4 m in lunghezza, 4.2 m in larghezza e 4 m in altezza.
Nel 2017 all’interno del complesso di grotte sulfuree sono state rinvenute antiche maioliche contenenti,fra cui una giara scoperta in cui sono state trovate tracce di un vino di 6000 anni fa e perciò classificabile come vino più antico d’Italia[2].
La vasta zona alle spalle della cittadina di Sciacca e che culmina nel monte Kronio è possibile che sia la vestigia di un antico sito vulcanico, che ancora oggi mostra la sua attività, ormai sopita, attraverso i vapori sulfurei. Tale ipotesi è avvalorata dalla presenza al largo delle coste saccensi dell’isola Ferdinandea, isola vulcanica facente parte di un più ampio sistema chiamato ”Empedocle”, non è dunque da scartare che il monte Kronio sia stato in un passato remoto un comignolo di un più imponente sistema.