Nel I secolo d.C. il poeta latino Marziale annoverava la cupedia (più tardi “copeta”), progenitrice del torrone, tra i prodotti tipici di Beneventum e del Sannio in generale. Il nome cupedia, che letteralmente significa “cose desiderate” (o anche cupita, “desiderata”) si rifà alla squisitezza di questo dolce che lo rendeva, appunto, desiderabile. Era un dolce a base di miele, albume d’uovo, mandorle o nocciole, diffuso tra le classi ricche come tra quelle povere. Ben poco si differenziava dal futuro torrone, che sarebbe nato come versione raffinata della cupedia, annasprato o ricoperto di grana di zucchero.[senza fonte] La sua fama si diffuse a partire dal XVII secolo: a quei tempi in occasione delle feste natalizie era usuale inviarne ai prelati di Roma, capitale dello Stato Pontificio di cui Benevento faceva parte. Nel secolo successivo, infatti, nacque il Torrone del Papa, con zucchero liquefatto, pinoli e frutta sciroppata, oltre al Perfetto Amore, ricoperto di cioccolato, limone o caffè, e all’Ingranito, arricchito da confetti cannellini. Furono però i Borbone nel XIX secolo a valorizzare questo prodotto facendolo diventare una specialità natalizia: alla casata fu dedicato il Torrone della Regina.
Verso gli inizi del nuovo millennio, si ricominciò a produrlo prediligendo le tecniche artigianali e ne vengono prodotte nuove varietà che hanno pur sempre alla base la stessa ricetta vecchia di secoli. Gli ingredienti utilizzati provengono rigorosamente dal Sannio:[senza fonte] così facendo vengono anche incoraggiate alcune produzioni locali, come quella del miele. La sua fama è nazionale; continua ad essere un dolce soprattutto natalizio: in particolare è diffuso il torrone bianco, alle nocciole o alle mandorle. Due le ditte produttrici principali: la Strega Alberti (nota anche per il liquore) e le Fabbriche Riunite del Torrone di Benevento, entrambe con sede al Rione Ferrovia.