Chiesa matrice del paese, chiamata popolarmente “il Duomo”, è menzionata per la prima volta in un documento dell’XI secolo; l’aspetto attuale, tuttavia, è quello che l’edificio ha assunto dopo vari rifacimenti dovuti al terremoto del 1627 e a un intervento di restauro del XIX secolo che ha cancellato quasi ogni traccia dell’impianto originale. La facciata esterna, sulla quale sono chiaramente visibili le stratificazioni e le modifiche di cui sopra, presenta una lunetta ad altorilievo raffigurante una Deesis. A sinistra del portale, a ridosso dell’intersezione col torrione del campanile, a 2,43 m da terra, vi è una lastra lapidea rettangolare in pietra calcarea (ca. 1,88 m di lunghezza per 1,03 m di altezza), circondata da una cornice e sormontata da tre piccoli archi a tutto sesto[6]: su di essa sono appena visibili i resti scolpiti di un rilievo (ora quasi del tutto abraso) raffigurante l’ascensione al cielo di Alessandro Magno, tema iconografico di grande fortuna nell’arte medievale e (soprattutto di ambito romanico pugliese) e nell’arte bizantina. Dell’originario rilievo sono leggibili solo le due esche infilzate sulla punta delle due lance[6].
All’interno si può ammirare un prezioso busto-reliquiario d’argento che ritrae il patrono della città San Cataldo, nonché un prezioso affresco della Madonna di Costantinopoli risalente al 1559, tornato alla luce in tempi recenti dopo esser stato murato per diversi secoli.