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NECROPOLI DI EGNAZIA

Di Fradeve11 – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2435709

Le tombe messapiche scoperte ad Egnazia presentano spesso decorazioni pittoriche attraverso le quali ci sono pervenute informazioni sulle loro concezioni cultuali e sulla teoria dell’aldilà, tra il IV e II secolo a.C. Sono particolarmente interessanti sepolture di tipo familiare. L’alto tenore di vita ad Egnazia è messo in evidenza dalla presenza di numerose tombe a camera ed a semicamera. L’importanza di una tomba ad Egnazia è data da due fattori: la dimensione della tomba e la sua decorazione, a connotare la presenza di una classe sociale che era in grado di commissionare queste grandi tombe di carattere familiare, attestando inoltre l’esistenza di una fascia sociale di connotazione aristocratica. Maggiori informazioni riguardo alla pittura funeraria si hanno nelle tombe della cosiddetta necropoli occidentale, mentre poco si sa della necropoli meridionale per la maggior parte ancora da scavare. La prima, che è stata sottoposta per secoli allo scavo clandestino dei “tombaroli”, ed è situata al di fuori della città, ad ovest delle mura di fortificazione, è stata indagata ufficialmente a partire dal 1971 durante la costruzione del Museo Archeologico Nazionale, quando venne scoperta la Tomba del Melograno. Le tombe messapiche sono scavate nella pietra, grazie anche alla non elevata durezza della roccia locale (denominata carparo) e possono essere:

  • a fossa;
  • a camera (o ipogei, stanze sotterranee, scavate per intero nella pietra), suddivise nella tipologia A) a dromos (dal greco, corridoio) con piano coperto da lastroni e cella sepolcrale e B) a scalinata (intagliata nella roccia, con vestibolo e camera chiusa);
  • a semicamera (di dimensioni inferiori rispetto agli ipogei);

Di seguito è riportato il catalogo delle tombe rinvenute nella necropoli occidentale:

  • Ipogeo del pilastro
  • Ipogeo del melograno
  • Tomba 78/1
  • Tomba 78/3 (“tomba del banchetto”)
  • Tomba 78/4
  • Tomba 79/8
  • Tomba 81/23 (“della fiaccola”)
  • Tomba 82/1 ( “Labate”)
  • Tomba 94/1

La tomba che sicuramente ha suscitato più interesse per le sue caratteristiche, è stata l’Ipogeo del pilastro: fu rilevata una prima volta nel 1939 e una seconda nel 1963; è un ipogeo a due camere, una più grande dell’altra, collegate da un breve corridoio (dromos), attraversato da una scala metallica di accesso. Il corridoio e la camera più grande sono completamente intonacati e dipinti con riquadrature architettoniche, mentre la camera più piccola presenta una decorazione limitata ad un angolo ed estesa al soffitto. La tomba prende il suo nome dalla presenza di un pilastro con funzione statica nella camera più grande (e più antica). Di fronte all’ingresso vi è una nicchia con una specie di cancelletto in pietra, in cui venivano conservate le ossa. La decorazione pittorica è di carattere geometrico “a linee e a zone” e questa pittura serve ad enfatizzare l’aspetto architettonico della tomba. La seconda cella sepolcrale è stata creata successivamente e nella decorazione del soffitto è evidente un motivo che ricorda un “tappeto disteso” (tapis tendu). Poiché del corredo funebre non è stata rinvenuta alcuna traccia, per la datazione della camera più grande si ricorre alla presenza della nicchia con pseudo-cancello, assimilabile alla struttura della tomba 79/8, laddove la seconda camera potrebbe risalire al III secolo a.C. (data motivata dalla presenza del fregio marmorizzante esteso al soffitto piuttosto che alla parete, tipico degli edifici egnatini di quest’epoca).