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SANTUARIO DEL BELVEDERE

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Il santuario di Maria Santissima di Belvedere è dedicato all’omonima Madonna, col titolo di “Belvedere”. Il santuario è situato su un’altura a circa 100 metri s.l.m, in una zona dove il paesaggio si staglia verso una piana di ulivi secolari fino ad arrivare al mare, per questo compare il nome “Belvedere”. Il santuario si trova a 4 km a nord-est da Carovigno. All’interno del santuario, vi sono due grotte, poste a due differenti livelli. Entrambe sono collegate all’interno della chiesa tramite una larga gradinata, la “scala santa”, formata in tutto da 47 gradini. Nei due livelli vi sono vari affreschi che ritraggono principalmente la Madonna di Belvedere. Il santuario è meta di pellegrinaggio in vari periodi dell’anno, in particolare nella settimana dopo Pasqua, quando Carovigno è nel pieno delle festività in onore di Maria Santissima di Belvedere, con il tradizionale rito quasi millenario della ‘Nzegna, che si svolge il lunedì e martedì dopo Pasqua in paese e il sabato sempre dopo Pasqua nel Santuario di Belvedere.

Il santuario è stato costruito su due piani di grotte, rinvenute secondo la leggenda, da un pastore e un signore di Conversano, mentre essi cercavano il primo il suo vitellino e il secondo l’immagine della Madonna di Belvedere apparsa in sogno giorni prima. Questa leggenda, ha portato la cittadina di Carovigno, a una forte devozione per la Madonna di Belvedere, con vari pellegrinaggi durante alcuni periodi dell’anno e in special modo, con il rito della ‘Nzegna, quasi millenario.

Una struttura precedente a quella attuale, venne commissionata nel 1501, dal nobile napoletano Pirro Loffreda, che fece costruire anche un altare di tipo basilicale, nel primo piano della grotta, dove nel 1525 venne sepolta la moglie Laudomia Alagno. L’altare, venne costruito dall’ostunese Giovanni Lombardo, uno scultore e architetto. L’altare presenta un baldacchino addossato alla parete, con delle sottili colonne sormontate da dei capitelli ed una complessa trabeazione.

Nel 1875, il Santuario ricevette la forma attuale, a seguito dei lavori di restauro e ampliamento da parte del Commendatore Alfredo Dentice di Frasso. La Chiesa della grotta, si rifà in parte alle prime basiliche cristiane. È provvista di una sola navata. L’equilibrio delle proporzioni tra altezza, lunghezza e larghezza, riporta a un’architettura rinascimentale. Il pavimento in maiolica napoletana dell’Ottocento, rappresenta i simboli della croce greca e quella latina, che riporta quindi alle origini di questo luogo e anche dell’inizio della ‘Nzegna.