Il castello di Carovigno porta il nome della città su cui fu edificata l’antica Carbina. Come tutti i monumenti fortificati, sulla parte più alta del paese.
Non si conoscono notizie certe sulle sue origini, ma secondo Vincenzo Andriani, il primo nucleo dell’attuale castello, nacque all’interno della cinta muraria durante il periodo Normanno.
Su una pergamena antica del 1163, conservata nell’archivio capitolare di Ostuni, si ritrova la denominazione di “Castellum Carvinei”, che consisteva in una sola torre della forma quadrata, posta sul lato di porta Ostuni. Tale torre fu costruita su una galleria sotterranea, adibita prima a prigione e poi a deposito olio. Successivamente con i lavori di restauro, venne affogata per motivi di stabilità e per maggiore precauzione, venne costruita una veranda arcata per puntellare la torre che minacciava di crollare da una parte, dall’altra parte fu addossata una torretta di minori dimensioni. Dalla veranda si poteva accedere alla Chiesa di Sant’Anna, percorrendo un camminamento ricavato sulla porta Ostuni, oggi ostruito. Sulle arcate della veranda, furono scolpite gli stemmi dei feudatari di Carovigno.
Il castello è stato ampliato nel tempo, secondo le esigenze dei principi feudali che l’hanno abitata. Oggi ha la forma triangolare (simbolo della perfezione) con la presenza di tre torri situate ai tre vertici: una quadrata, una rotonda e una a mandorla.
La torre a Mandorla, molto massiccia, con la punta rivolta verso il mare, detta anche torre a forma di carena di nave, fu costruita nel XV secolo dai Loffredo, principi di quel tempo. Lo scopo della costruzione della torre a mandorla, fu quello di schivare e deviare i colpi di arma da fuoco, lanciate contro di essa per limitare i danni.
Nel castello sono presente “le segrete” dei locali sotterranei, che nel tempo hanno avuto diverse funzioni, tra cui prigioni, depositi, cantine, laboratori di falegnameria.
I seminterrati nel tempo sono stati utilizzati dai soldati, oggi sono sede del museo delle tradizioni popolari. Al primo piano si possono vedere le varie stanze da letto utilizzate nel tempo dei principi e altri spazzi utilizzati come bagni, sale da pranzo, biblioteca, sale da biliardo. È presente inoltre, un grandissimo salone con un bellissimo e grandissimo caminetto.
La Fortezza militare inizia a perdere le caratteristiche di struttura difensiva a partire dal XVII secolo, divenendo pian piano una dimora gentilizia. Nel 1792 la proprietà passa alla famiglia Dentice di Frasso, che nel 1905, con l’arrivo del Conte Alfredo Dentice di Frasso e della moglie Elisabetta Schlippenbach, dà avvio al restauro del Maniero per renderlo una moderna residenza nobiliare.
Oltre al restauro della parte più antica, di cui fanno parte i suggestivi pavimenti i caminetti e le decorazioni di stile marinaresco tanto modellati in armonia con la preesistente struttura e le merlature esterne che conferiscono al castello un aspetto fiabesco.
Vennero anche allestiti i giardini comunali, all’inizio di proprietà della Famiglia Dentice di Frasso. Era collegato al castello, attraverso un piccolo tunnel, ancora oggi visibile. In passato è stato un vero orto botanico, di importanza nazionale.
Dal 1961 il castello diventa proprietà Provincia di Brindisi e torna nelle mani dei carovignesi nel 2014, grazie all’allora amministrazione guidata dal sindaco Cosimo Mele.