Megara Hyblaea è il nome latino di Megara Iblea[1][2][3] (in greco antico: Μέγαρα Ὑβλαία, Mégara Hybláia), antica colonia greca in Sicilia, situata nei pressi di Augusta.
Fu fondata nel 728 a.C. da colonizzatori megaresi, i quali in precedenza si erano insediati nei pressi di Trotilon (l’attuale Brucoli), a Leontini ed a Thapsos.
Tucidide narra che venne fondata da un gruppo di coloni guidati dall’ecista Lamis (greco antico: Λάμις), proveniente da Megara Nisea. e che morirà nella poco distante Thapsos. I coloni arrivarono nello stesso periodo in cui fu fondata Leontini dai coloni calcidesi, stabilendosi prima vicino alla foce del fiume Pantagias, in un luogo chiamato Trotilon (l’odierna Brucoli). Da lì si stabilirono a Leontini, dove vi abitarono insieme ai calcidesi; ma furono presto espulsi, e successivamente si stabilirono sul promontorio o sulla penisola di Thapsos, vicino a Siracusa. Dopo la morte di Lamis e, su suggerimento di Hyblon, un capo dei siculi, si stabilirono nell’odierna Hyblaean Megara. [7] In segno di gratitudine la nuova città assunse anche l’appellativo di Iblea.
Scimno di Chio segue una tradizione diversa, in quanto descrive l’arrivo dei calcidesi a Naxos e quella dei Megaresi a Hybla come contemporanei, ma entrambi precedenti alla fondazione di Siracusa, nel 734 a.C. Anche Strabone adotta lo stesso punto di vista, rappresentando Megara come fondata all’incirca nello stesso periodo di Naxos (735 a.C.) e prima di Siracusa. [8] È impossibile conciliare le due datazioni, ma quella di Tucidide è probabilmente la più affidabile. Quindi la fondazione di Megara potrebbe essere collocata intorno al 726 a.C. La professoressa Miller, nella sua nuova ricerca nelle fonti antiche ha notato le varie date di fondazione dal 758 a.C. (per Chronikon di Eusebio) al 728 a.C. (dalle sue ricostruzioni delle date di Tucidide).[9]
Della storia successiva abbiamo scarse informazioni, sembrerebbe aver raggiunto una condizione fiorente, in quanto 100 anni dopo la sua fondazione ha fondato, la colonia di Selinunte nell’altra estremità della Sicilia. Una polis destinata ad avere a un potere molto maggiore rispetto alla sua città madre.[10] Per il resto non è mai sembrata essere una città di rilevante importanza e non ha mai tratto alcun vantaggio dalla sua posizione.
Nulla è più noto di Megara fino al periodo della sua distruzione da parte di Gelone di Siracusa, intorno al 483 a.C., che, dopo un lungo assedio, divenne padrone della città per capitolazione. Sembra che anche le sue mura furono rase al suolo. Ma, nonostante ciò, fece sì che la maggior parte degli abitanti venisse venduta in schiavitù, mentre stabilì i cittadini più ricchi e nobili a Siracusa.[11] Tra le persone giunte a Siracusa c’era il celebre poeta comico Epicarmo, che aveva ricevuto la sua istruzione a Megara, sebbene non fosse originario di quella città.[12] Secondo Tucidide, questo evento ebbe luogo 245 anni dopo la fondazione di Megara, e potrebbe quindi essere collocato intorno al 483 a.C.. La città quindi viene in qualche modo collegata a quella evoluzione che portò il canto di bisboccia (komos) ad evolversi in mimica farsesca fino a delineare un nuovo genere letterario, la commedia greca.
È certo che Megara non ha mai recuperato potere e indipendenza. Tucidide allude distintamente ad essa come non esistente ai suoi tempi come città, ma menziona ripetutamente la località, sulla costa del mare, che a quel tempo era occupata dai siracusani seppur quasi del tutto disabitata, e il generale ateniese Lamaco, durante la spedizione contro Siracusa (415–413 a.C.), propose di farne il quartier generale della loro flotta; il suo consiglio non fu preso in considerazione e nella primavera successiva i siracusani la fortificarono. [13]
Da questo momento ci incontriamo ripetutamente con menzione di un luogo chiamato Megara o Megaris [14], che sembra impossibile separare da Hybla, ed è probabile che le due fossero, in effetti, identiche. Il sito di questa Megara o Hybla in seguito potrebbe essere collocato, senza dubbio, alla foce del fiume Alabo (la moderna Cantera); ma sembra che ci siano molte ragioni per supporre che l’antica città, l’originale colonia greca, fosse situata vicino al promontorio ora occupato dalla città di Augusta.[15] È difficile credere che questa posizione, il cui porto sia almeno uguale a quello di Siracusa, mentre la stessa penisola aveva gli stessi vantaggi di quella di Ortigia e avrebbe dovuto essere del tutto trascurata nei tempi antichi; mentre tale località sarebbe servita agli scopi per i quali Lamaco sollecitò i generali all’occupazione del sito vacante di Megara [16].
Venne in seguito rifondata da Timoleonte che dopo la metà del IV secolo decise di far venire in Sicilia nuovi coloni dalla Grecia promettendo loro case e campi. Nel III sec. a.C. faceva parte del regno di Gerone II.
Nel corso della seconda guerra punica venne distrutta dalle truppe del console Marco Claudio Marcello che andava ad assediare Siracusa. La città non venne mai più ricostruita ed in epoche successive soltanto isolate fattorie si insediarono sul suo territorio.