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CHIESA DI SAN GIOVANNI ALLE CATACOMBE

Di Davide Mauro – mia foto, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1221137

Per lungo tempo in questa chiesa è stata riconosciuta un’antica cattedrale di Siracusa, sorta in Acradina, extra moenia, nella regione delle Catacombe, nel luogo ove, secondo la tradizione, fu sepolto il protovescovo di Siracusa, san Marciano, martirizzato sotto Gallieno e Valeriano (metà del III secolo);

La facciata sud della chiesa quale si vede, distrutta dal terremoto del 1693 (si rovinò la Gran Basilica), e quella ricostruita nel ‘700 con notevoli modifiche alla stessa facciata e al portico per la cui ricostruzione furono usati elementi quattrocenteschi. A sinistra si nota invece l’antica facciata normanna segnata dal rosone e dal portale decorato.

In questo stesso luogo sorgeva in età greca classica una latomia,[1] nella quale in età tardo ellenistica fu installata un’officina di vasai pertinente ad un’area cultuale pagana. Mentre in età tardo-imperiale divenne area cimiteriale cristiana in uso almeno sino al 423. Attorno alla metà del VI secolo (forse in relazione al soggiorno di papa Vigilio a Siracusa) il sepolcreto fu manomesso per far posto alla cripta di san Marciano che doveva accogliere il sarcofago con le reliquie del santo. Così sopra la cripta fu edificata la chiesa absidata, a tre navate, suddivisa da 12 colonne di tipo dorico (con riferimento agli apostoli), in modo che la sepoltura del Santo si trovasse in asse con l’altare, posto al centro della navata, limitato da una balaustra.

Nell’878 durante l’assedio arabo di Siracusa il comandante Giafar ibn Muhammad pose il suo accampamento nella chiesa.[2]
Dopo le probabili devastazioni di età araba, la chiesa subì innovazioni col rifacimento dei muri perimetrali, il prolungamento con semicolonne dei pilastri dell’abside e della facciata, la riduzione a 10 del numero delle colonne e inclinando il pavimento in direzione della facciata.

Nel 1428, addossata alla parete nord, si costruì una cappella rettangolare, preceduta da portico. Caduta in disuso fu concessa nel 1630 ai Carmelitani di Montesanto che inserirono all’interno una nuova struttura diversamente orientata (N- S) che occupò lo spazio delle prime due campate di quella preesistente.

Nel 1626 Pietro Della Valle descrive le catacombe parlando anche di tracce d’affresco:

«L’undici gennaio vidi le grotte sotterranee della chiesa di San Giovanni fuor della città di Siracusa: son molte, grandi e belle, fabbricate a guisa di labirinto, é, come si vede, senza dubbio per sepolture, ma sepolture da potervisi scendere, con luoghi sotto a cupole alquanto forse illuminate per radunarvisi, o all’esequie, o a cene funerali. Però vi si vedono figure di santi antichi, ed altri in dizii d’esser state de’ cristiani; e sono una bella fabbrica per cosa sotterranea, ove sono cavate, come si vede, a scalpello nel sasso naturale.»
([3])

Il terremoto del 1693 causo gravi danni riparati nel 1705-6, quando fu ricostruito con materiale di spoglio il portico odierno.

Nel 1778 Vivant Denon mentre effettuava il Grand Tour visitò sia la chiesa che le catacombe lasciandone una descrizione:

(FR) «Nous vîmes d’abord une église que l’on regarde comme la première élevée à la catholicité, et que l’on dit bâtie du temps de saint Marcian.il est à croire cependant que, du temps de cet apôtre, il n’y eut point d’église bâtie, et que les autels sur lesquels on sacrifioit n’étoient point couverts d’édifices si apparents. Celle-ci, décorée de débris, a la forme grecque avec les trois autels. On voit à droite le premier siege épiscopal, qui est fait d’un chapiteau ionique; à côté est le tombeau de saint Marcian, qui a bien la simplicité apostolique. De l’autre côté est une colonne de granit tronquée, révérée comme ayant servi à attacher et martyriser plusieurs saints. On trouve dans la construction de cette église plusieurs fragments d’inscriptions grecques du bas temps, qui sont la preuve qu’elle n’est pas aussi ancienne qu’on le prétend.»(IT) «Abbiamo visto una chiesa che fu per prima elevata alla cattolicità, e si dice costruita al tempo di san Marciano. C’è da credere, tuttavia, che nel tempo di questo apostolo, non è stata costruita proprio la chiesa, e gli altari su cui sono stati edificati non eravamo coperti di edifici evidenti. Questa decorata dai detriti era a forma greca con tre altari. A destra, la prima sede vescovile, che è fatta di un capitello ionico; accanto la tomba di san Marciano, che ha la semplicità apostolica. Dall’altra parte vi è una colonna di granito troncato, venerato come fosse stato usato per legare e torturare alcuni santi. Si trovano nella costruzione di questa chiesa diversi frammenti di iscrizioni greche del tempo precedente, che è la prova che non è vecchia come si sostiene.»
(Dominique Vivant Denon Voyage en Sicile)