Voluto da Dionisio I, tiranno di Siracusa, sorge sul punto più alto (120 m s.l.m.) della terrazza del quartiere Epipoli a circa 7 km da Siracusa, in direzione della frazione di Belvedere. Questa imponente opera militare fu costruita tra il 402 e il 397 a.C. con lo scopo di proteggere la città da eventuali operazioni militari di assedio o attacco. Subì diverse modifiche anche a causa delle nuove tecniche di guerra come quella dell’assedio introdotta da Demetrio I Poliorcete nell’assedio di Rodi del 305 a.C.
Durante la spedizione ateniese in Sicilia (415-413 a.C.) il castello di Dionisio non esisteva ancora, ma i nomi delle località sulle quali esso sorge sono già menzionati da Tucidide nel corso di un primo attacco ateniese:
«La fanteria invece non perse tempo e si gettò di corsa verso le Epipole iniziando, nella direzione di Eurialo, la salita prima che i Siracusani, notandoli, accorressero dalla prateria…» |
(Tucidide, VI 97) |
Poi, dopo la riconquista dell’Epipoli da parte dei Siracusani, durante un’azione del generale ateniese Demostene viene citato anche un fortino siracusano:
«Quando si trovarono alle prime balze delle Epipole, all’inizio di quel sentiero dell’Eurialo che anche l’offensiva precedente aveva percorso nella sua prima salita, eludendo la vigilanza del presidio siracusano e portandosi sotto al forte nemico che in quel punto si ergeva lo occuparono abbattendo alcuni del corpo di guardia.» |
(Tucidide, VII, 43) |
Dopo la conquista romana della città nel 212 a.C. ad opera del console Marcello, il grande complesso militare dell’Eurialo fu modificato fino all’età bizantina a causa della minacciata invasione arabo-maghrebina, venne ricostruita una parte usando del materiale di spoglio proveniente da altre parti distrutte.
Nel 1939 il Re d’Italia Vittorio Emanuele III visitò il monumento in visita ufficiale.[1]
Nel 1941 durante il periodo della seconda guerra mondiale a causa dei bombardamenti, i reperti del museo archeologico vennero caricati a dorso di mulo e nascosti presso i tunnel del castello.[2]
Il 30 settembre 2016 è stato inaugurato, dopo una lunga chiusura in seguito al terremoto del 1990, l’antiquarium in cui sono esposti alcuni reperti del sito come: una spada, un elmo e delle palle di catapulta litiche. Inoltre vi è anche un supporto multimediale gratuito che spiega la funzione e la storia del castello[3] sulla piattaforma Izi.Travel.[4]