La facciata risponde alla “tipologia con le due torri laterali” e presenta evidenti analogie con la Chiesa Madre di Palma di Montechiaro (1666), la parrocchiale di Versailles e le incisioni della chiesa di Saint Roch a Parigi. Essa è frutto di un corposo rimaneggiamento attuato da Vincenzo Sinatra nella seconda metà del ‘700 (su un campanile è riportata la data 1768) nella preesistente facciata incompiuta di Rosario Gagliardi, che a sua volta aveva rielaborato il progetto originario (forse opera di Fra Angelo Italia). La successiva aggiunta di nuovi elementi rende evidenti le incongruenze linguistiche tra i diversi elementi e l’eclettismo della composizione. Nella sopraelevazione delle due torri campanarie, ad esempio, le paraste non sono ripetute come alla base, mentre i timpani arricciati indicano un’influenza del Settecento catanese. Le porte principali sono inoltre di ispirazione neocinquecentesca (tratte da Vignola o Domenico Fontana). Il finestrone centrale con “orecchie” e timpano curvilineo è ripreso invece dal repertorio di Andrea Pozzo ed è vicino ad alcune realizzazioni netine di Francesco Paolo Labisi (chiesa del Carmine). Il tempio fu completato verosimilmente alla fine del XVIII secolo, anche se nel secolo successivo fu ricostruita la cupola, in stile neoclassico con tracce neobarocche, per sostituire la precedente (che non era quella originaria), crollata a causa dei terremoti. Nel secolo scorso, intorno agli anni cinquanta, furono apportati vari rifacimenti e modifiche nell’apparato decorativo, non sempre ben riusciti, come il trompe-l’oeil delle strutture verticali e la decorazione a tempera delle volte da parte dei pittori Arduino e Baldinelli, le radicali modifiche dell’altare maggiore e dell’antico organo e inoltre la sostituzione dell’originaria copertura a falde (con struttura in legno) della navata centrale con un pesante solaio latero-cementizio che probabilmente fu una delle cause principali del crollo del 1996.