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BASILICA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA

Ispica Chiesa della Annunziata.JPG
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La basilica della Santissima Annunziata è una chiesa di Ispica (RGSicilia costruita dopo il terribile terremoto del 1693 che sconvolse la Sicilia orientale.[1]

Dopo il terremoto che distrusse l’antico tempio presente all’interno del castello della forza (Fortilitium), anch’esso andato distrutto, fu provvisoriamente allestita una baracca di legno. Questa dopo la costruzione dell’attuale chiesa, fu intitolata a San Francesco di Paola e andò distrutta dopo il 1791.[1] La prima pietra della nuova chiesa fu posta il 21 ottobre 1703 e i lavori durarono ininterrottamente per oltre 15 anni, grazie ai contributi di principi e dei signori del Fortilitium ed in particolare grazie al principe Francesco V Statella, allora feudatario in carica dello Stato di Spaccaforno, al quale si deve anche la ricostruzione di gran parte della città e delle altre chiese.

La consacrazione avvenne il 23 marzo 1720.[1]

Nel gennaio del 1727 un altro sisma divaricò l’arcata maggiore che venne rifatta per evitare il crollo. Nel 1779 iniziarono i lavori di stucco di cui tuttora è possibile ammirarne la bellezza.[2] Il 23 marzo 1869, martedì santo, cadde il prospetto della chiesa per imprudenti lavori di restauro e quindi si rese necessario presentare immediatamente il progetto della nuova facciata. Un progetto venne ideato da un fabbro locale e un altro venne in seguito fatto nel 1874 dall’ingegnere avolese Salvatore Rizza, ma la costruzione fu affidata allo scalpellino Carlo di Gregorio.[3] I lavori durarono circa otto anni prevedendo la costruzione del campanile.

Si pensa che il disegno originario appartenga all’architetto netino Rosario Gagliardi.[3] La prima facciata era completamente differente dall’attuale, molto simile alla cattedrale di Noto con schema a due piani, dove ai lati si ergevano due campanili raccordati da volte. Dopo il crollo del 1869, la nuova facciata fu progettata basandosi sul Palladio e sul Vignola. Per ragioni economiche si passò da cinque a quattro arcate e la lunghezza della navata si ridusse (53m x 27m – 5 campate, ridotte a 47m x 29,20m (30m di altezza) – 4 campate).[4]

È ripartita in tre ordini.[4] Nel primo costituito da otto colonne binate in stile ionico poste sopra alti plinti in calcare a delimitare ciascun varco.[4] Completano due oculi ovali con cornici e grate in corrispondenza delle entrate minori, il portale principale e incorniciato da un timpano ad arco spezzato con stemma intermedio. Separa i primi due livelli uno spesso cornicione – marcapiano con dadi aggettanti in corrispondenza della coppia di colonne binate dell’ordine superiore. Il secondo ordine, in stile corinzio, è caratterizzato da un finestrone in vetro a sua volta delimitato da coppie di colonne binate. Due grandi vele con volute a ricciolo raccordano i due ordini, alle estremità sono presenti dei vasi a conca. Il terzo ordine è la parte intermedia del timpano spezzato delle colonne binate del secondo. La finestra è decorata con grandi rose scolpite. In un primo tempo si lasciò aperta questa finestra centrale, per ottenere l’effetto di trasparenza del cielo azzurro, ma nel 1960 si preferì collocare una statua dell’Annunciazione, opera di uno scalpellino locale Giuseppe Nobile.[4] Completano decorazioni a volute, vasotti, chiude la prospettiva un frontone di piccole dimensioni, palle, pinnacoli e croce apicale.

Il primo campanile fu costruito nella parte posteriore della chiesa, ma risultando inadatto alla propagazione del suono fu demolito e ricostruito nella parte anteriore nel lato sinistro su progetto dell’ingegnere Vincenzo Tomasi. I lavori furono iniziati e interrotti molte volte a causa dei costi di costruzione e terminarono definitivamente nel 1954 con la costruzione dell’attuale volta e la sistemazione della campana più antica risalente al 1811.[4]

Fanno ala due sezioni di loggiato risalente ai primi dell’Ottocento e fino alla fine del secolo utilizzato per la fiera di Pasqua, poi abbandonata.[4]