La basilica di Santa Caterina d’Alessandria, dichiarata monumento nazionale nel 1870, è uno dei più insigni monumenti dell’arte romanica e gotica italiana. Fu edificata per volontà di Raimondello Orsini Del Balzo tra 1369 e il 1391, per custodire la reliquia del dito di santa Caterina d’Alessandria che lui stesso portò in Galatina di ritorno dalle Crociate. Alla morte di Raimondello, la moglie Maria d’Enghien decise di far completamente affrescare l’edificio (primi decenni del XV secolo) chiamando artisti da varie zone della penisola: maestranze di scuola giottesca e senese e un certo Franciscus De Arecio (Francesco d’Arezzo). La facciata tricuspidale, in stile romanico pugliese, possiede una ampio rosone e portali finemente scolpiti. L’interno, maestoso nelle proporzioni, è a cinque navate. Pareti, pilastri, archivolti, volte ed affreschi lo caratterizzano in ogni angolo. La chiesa è stata dichiarata basilica minore nel 1992. Nell’abside è presente il mausoleo di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, figlio di Raimondello e Maria d’Enghien. Adiacente alla basilica è il convento dei frati minori francescani completamente ricostruito tra il XVI e il XVII secolo in sostituzione di quello quattrocentesco. Possiede un chiostro quadrangolare interamente affrescato nel 1696 da fra’ Giuseppe da Gravina in Puglia[10].