La Chiesa matrice, dedicata alla Natività della Beata Maria Vergine, fu edificata tra il 1706 e il 1713 sul sito della vecchia chiesa di rito greco.
La sua edificazione si deve all’impulso religioso delle Confraternite del SS. Rosario e del SS. Sacramento e al contributo corale del popolo. I lavori furono affidati ai mastri martanesi Ignazio e Valerio Margoleo. Nel 1716 fu edificata la sacrestia e nel 1725 la torre dell’orologio sulla porta secondaria.
A croce latina, nella navata si aprono le cappelle dei sei altari barocchi finemente scolpiti in pietra leccese. Dal 1765 al 1776 il pittore ruffanese Saverio Lillo arricchisce le pareti della chiesa con le Virtù che inquadrano gli altari laterali; la tela ottagonale del transetto che raffigura la Natività di Maria; le grandi tele del presbiterio che raffigurano il Castigo di Core, Eliodoro scacciato dal tempio e la Regina di Saba; Sant’Antonio e miracolo della mula nel braccio destro del transetto; Gesù che scaccia i mercanti dal tempio nella controfacciata.
Entrando dalla porta maggiore, a sinistra è presente l’altare di Sant’Elia, eretto nel 1722 dal carmelitano Domenico Salvatore Cirillo, con al centro la statua lapidea del santo. Di fronte vi è l’altare del Crocefisso contenente la tela della Crocifissione, opera del Lillo del 1776. Segue sullo stesso lato l’altare della Misericordia realizzato nel 1722 dallo scultore Gaetano Carrone di Corigliano d’Otranto. Di fronte a quest’altare vi è quello della Madonna Immacolata del 1713. Segue l’altare di Sant’Antonio da Padova, fondato nel 1724 per devozione di Anna Basurto, principessa di Ruffano. Nella nicchia è la statua lignea del santo, mentre nel fastigio vi è il gruppo scultoreo della Madonna col Bambino che consegna un panetto a Sant’Antonio. Di fronte a questo vi è l’altare del Carmine (o del Purgatorio), del 1722, di patronato della famiglia Mogavero.
Gli altari del transetto sono quelli del SS. Sacramento a destra e del SS. Rosario a sinistra, eretti per conto delle confraternite omonime. L’altare del SS. Sacramento, opera del Carrone, rappresenta il trionfo del barocco in quanto è il più ricco e fastoso della chiesa. Al centro risalta la tela dell’Ultima Cena. Di fronte vi è quello del SS. Rosario, più sobrio del precedente, nei motivi ornamentali, con al centro la statua lignea della Madonna del Rosario circondata dalle quindici formelle dei Misteri del Rosario del Lillo. L’antico altare maggiore, ora collocato in sacrestia, è stato sostituito nell’Ottocento. Quest’ultimo, in seguito agli ultimi lavori di restauro dell’edificio, è stato posizionato nella cappella del Santissimo. La chiesa conserva pregevoli opere lignee; il coro a ventinove stalli, il pulpito, il busto di San Matteo. Pregevole è la statua in lamina d’argento di Sant’Antonio da Padova, eseguita dal napoletano Sebastiano Ajello nel 1791.
Negli ultimi restauri in sacrestia (1996) e nell’area sottostante la chiesa (2002) sono emerse le fondamenta di vecchie case (abbattute per la costruzione della nuova chiesa), le fosse di sepolture e tracce dell’antica chiesa tardo-quattrocentesca: aree che il visitatore può accedere da una scalinata. La cappella ipogea, al centro delle camere mortuarie, è stata realizzata nel corso degli ultimi lavori di restauro e manutenzione del tempio.
Nel braccio sinistro del transetto, nell’apposita cantoria, si trova l’organo a canne Ruffatti, del 1970, con consolle indipendente a pavimento. A trasmissione elettrica, ha due tastiere di 61 note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di 30.