FOLK BIKE

IL BORGO

Di Psymark – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37178927

Il borgo di Acaya fu integralmente ristrutturato, fortificato e riordinato urbanisticamente dall’architetto militare Gian Giacomo dell’Acaya. Dal 1521 al 1535 le opere difensive del borgo, iniziate dal padre Alfonso alla fine del secolo precedente, furono portate a termine; successivamente furono completate la Chiesa e il Convento di Sant’Antonio, destinato ai Frati Minori. Il paese presenta un impianto ortogonale con un cardo e un decumano.

Il centro storico è costituito da sei strade tra di loro parallele che vanno in direzione sud-nord che hanno tutte la larghezza di 4 metri, uguale distanza (17 metri) e quasi tutte la medesima lunghezza. In direzione est-ovest vi sono tre assi perpendicolari alle vie parallele, due all’estremità ed uno nella parte centrale che divide il centro storico in due parti. Di forma quadrangolare, il borgo è racchiuso da una cinta muraria con tre imponenti bastioni angolari ed il poderoso castello, interrotta dalla porta urbica di Sant’Oronzo. Il castello è arricchito da baluardi con fianchi ritirati per il tiro radente delle artiglierie. La cinta muraria eseguita con blocchi di pietra leccese, si eleva scarpata fino al toro marcapiano che l’avvolge per tutto il perimetro e, al di sopra, prosegue verticale seguendo l’andamento delle cortine fino ad innestarsi nelle torri angolari. Il fossato è scavato nel banco di roccia calcarenitica.

Alla cittadella si accede attraverso una porta realizzata nel 1535 che costituisce l’ingresso principale. È a fornice unico e conserva ancora, all’interno degli stipiti, gli incassi litici del portone. La facciata è arricchita dalla presenza di vari stemmi e lapidi (Acaya, Vernazza, De Monti) sormontati dalle insegne imperiali di Carlo V. Il fastigio della porta è sormontato da una statua lapidea di sant’Oronzo protettore di Acaya collocatavi in epoca settecentesca.