Il santuario di Gibilmanna, dedicato alla Santissima Vergine, è un celebre luogo di culto della città metropolitana di Palermo, che si trova a Gibilmanna, frazione di Cefalù e appartenente all’omonima diocesi nella provincia religiosa di Palermo. Si trova a circa 800 m s.l.m. sulle pendici occidentali del Pizzo Sant’Angelo (cima delle Madonie), sulla cui cima esisteva una chiesetta dedicata a San Michele Arcangelo.
Secondo la tradizione quello di Gibilmanna era uno dei sei monasteri benedettini che San Gregorio Magno (540–604; pontefice dal 590) fece erigere a proprie spese, prima di essere eletto pontefice. La festa del giubileo di San Gregorio prevedeva infatti un pellegrinaggio al santuario e poi alle rovine di una chiesa distrutta che si riteneva l’originario oratorio edificato dal santo nel VI secolo.
Gli edifici conventuali dovettero andare in rovina nel IX secolo, in concomitanza con l’arrivo degli Arabi (858), mentre la piccola chiesa fu probabilmente in custodia di diversi eremiti. Con la conquista dei Normanni venne avviata una vasta opera di ricostruzione di monasteri ed edifici sacri. In un documento del 1178 viene nuovamente citata la chiesa. Nel 1228 la chiesa era divenuta un “priorato” e dunque non apparteneva più ai monaci benedettini. Nel 1279 il beneficio di “Santa Maria de Jubileo Magno” passò ad un frate agostiniano.
Nella prima metà del XVI secolo divenne priore il sacerdote Antonio Lo Duca, promotore della costruzione della chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma.