Il ciclo celebrativo del Natale è tuttora un periodo ricco di manifestazioni devozionali in cui la musica e il canto occupano un posto centrale. La forma cerimoniale che maggiormente caratterizza il tempo del Natale è la novena tradizionale, che si svolge dal 16 al 24 dicembre sia all’interno della Chiesa Madre (nel passato alle 5 del mattino, per dare la possibilità ai contadini che lavoravano in campagna di potervi partecipare, oggi nel pomeriggio), sia nella forma itinerante per le vie del paese, ripresa negli ultimi vent’anni e portata avanti dalla locale Pro Loco, che ogni sera si reca nelle edicole votive (nìcchie) dedicate alla Sacra Famiglia, o nei presepi allestiti da privati, interi quartieri o associazioni locali. La celebrazione della novena – sia in chiesa sia per le strade – inizia con il canto del Viàggiu dulurusu, un settecentesco poema in siciliano, in forma strofica di cui è autore il sacerdote monrealese Antonino Diliberto che, con lo pseudonimo di Binidittu Annuleru, lo diede alle stampe a Palermo intorno al 1750. L’antico componimento è suddiviso in nove parti (jurnati) proprio allo scopo di essere impiegato nei giorni della novena. La forma poetica è molto semplice: si tratta di sestine facili da intonare, memorizzare e soprattutto percepibili dal popolo. Ampio è l’organico strumentale impiegato, costituito da fisarmonica, clarinetto, sassofono contralto, chitarra, triangolo e cembalo. La presenza degli strumenti può comunque variare in base alla disponibilità dei musicisti. Ai partecipanti viene infine offerto un rinfresco, spesso con dolci vari, tra cui le sfinci, semplici frittelle preparate con l’impasto del pane e ricoperte di zucchero, o i cucchji, biscotti con ripieno di mandorle, fichi, zuccata.
Tra i presepi allestiti dai fedeli spicca quello realizzato dall’artigiano Antonio Burgarello, che può essere visitato durante tutto l’anno. Esso riproduce il paese in miniatura con le sue bellezze architettoniche, tra cui il Colle di Sant’Alfonso, la Chiesa Madre e il suo storico bevaio e il complesso dell’antico Convento prima della sua devastazione. È un capolavoro che palesa maestria e creatività, e ogni anno si arricchisce di particolari inediti. Diversi personaggi in movimento rappresentano antichi mestieri: artigiani, pastori, contadini, donne che lavorano il telaio e il fornaio, attraverso cui si rappresenta l’autore stesso. Per la precisione con cui sono stati riprodotti gli ambienti e gli strumenti di lavoro, il suddetto presepe ha un notevole valore storico ed etnoantropologico.