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ALIMENA

Al limite della provincia di Palermo e al confine con quella di Caltanissetta ed Enna, tra i fiumi Salso e Imera Meridionale, si estende il territorio del Comune di Alimena, a 750 m. di altitudine, alle falde dellaBalza Edera (1007 m.), un’ampia terrazza naturale abitata un tempo dai Sicani, poi ellenizzata e romanizzata.

Il paese fu fondato da don Antonio Alimena che ottenne la Licentia Aedificandi il 14 settembre 1628 dal Viceré Duca di Alburqerque, il quale lo insignì del titolo di Marchese della Terra di Alimena.

Le prime case, edificate nei primi del ‘600 nell’attuale quartiere “Anime Sante” si raggruppavano intorno ad una cappella, dedicata a San Gaetano di Thiène, primo patrono di Alimena, cappella che comunicava tramite un cunicolo con il palazzo del feudatario. Nei pressi di questo primo insediamento urbano passava l’antica trazzera reggia che collegava Catania, Enna e Termini Imerese, dove esisteva un antico punto di ristoro per viaggiatori, il Fondaco della Mazza.

Da lì il nucleo abitativo si estese fino ai piedi del Colle Quisisana, comunemente chiamato Colle di Sant’Alfonso, che, con la sua chiesetta di pianta ottagonale (ex torre d’avvistamento), è l’emblema del paese.

La nascita di Alimena fu felice: prosperò fin dall’inizio per la fertilità delle sue terre e per la ricchezza derivatagli dalle miniere di sale e di zolfo. La sua vocazione agricola è ancora visibile nelle sterminate distese di grano che la circondano.

Nei primi decenni del ‘700, con i Del Bosco, Principi di Belvedere (un ramo dell’illustre famiglia dei Ventimiglia), il piccolo centro si avviò verso uno sviluppo urbanistico e demografico. Risale ad allora l’edificazione della Chiesa Madre S.M. Maddalena (1725-1731) e della Chiesa del Convento (1731-1738).

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