È una domus de janas risalente al 3200 — 3000 a. C. circa, situata in località Martì, scavata per ospitare le sepolture dei protosardi della cultura di Ozieri. È denominata anche “Is forreddos de janas”. La sepoltura è ricavata all’interno di una protuberanza rocciosa in lingua locale chiamata “puddinga”[7], sporgente di circa tre metri dal piano circostante, anch’esso composto della stessa formazione rocciosa. La superficie esterna presenta segni evidenti di essere stata spianata per ospitare i vani sepolcrali. La sepoltura è formata da diversi vani comunicanti fra loro e presenta due ingressi: quello principale è composto da un vano aperto verso l’esterno, nel cui pavimento è ricavato un incavo circolare dove venne ritrovata una scheggia di ossidiana[8]. Probabilmente l’incavo dovette essere destinato al culto (incavi simili si ritrovano anche in altri siti sardi, come la necropoli di Anghelu Ruju, ad Alghero[9]). Attraverso un portello tipico delle domus de janas di tutta l’isola, si accede ad un altro vano comunicante con l’esterno attraverso il secondo ingresso, collegato anche ad un’altra cella di dimensioni più ridotte.