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TEMPIO GIOVE ANXUR

Tempio Giove Anxur.jpg
CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=462076

Il tempio di Giove Anxur è un tempio romano costruito su un’imponente sostruzione del I secolo a.C. sul monte Sant’Angelo, nella città di Terracina, in provincia di Latina.

Il monte Sant’Angelo, noto anche come monte Giove (per i Romani mons Neptunius, 227 m s.l.m.) costituisce l’ultima propaggine dei monti Ausoni, che giunge fino al mar Tirreno, chiudendo a sud la pianura pontina.

Sulle sue pendici meridionali era sorto il centro ausonio di Tarracina, poi volsco con il nome di Anxur e conquistato definitivamente dai Romani alla fine del V secolo a.C.. Nel 329 a.C. la città divenne colonia romana e nel 312 a.C. il monte fu aggirato alle spalle dal tracciato della nuova via Appia, tra Roma e Capua. A quest’epoca risalgono i primi terrazzamenti in opera poligonale, per l’erezione di un primo santuario, probabilmente legato al culto oracolare e forse non comprendente un tempio.

Alla seconda metà del II secolo a.C. si deve un rifacimento con una serie di ambienti addossati alla roccia a monte (cosiddetto “piccolo tempio”).

In epoca sillana, agli inizi del I secolo a.C., si data una monumentale ricostruzione, con una cinta muraria e un campo militare per il controllo del passaggio della via Appia e il nuovo grande tempio, edificato su una scenografica terrazza di fondazione in opera incerta, con portico retrostante.

Dopo l’epoca romana il santuario fu distrutto e incendiato e i resti furono noti in epoca medioevale con il nome di “palazzo di Teodorico”. Nell’alto Medioevo nella zona del cosiddetto “piccolo tempio” si insediò un monastero benedettino dedicato a San Michele Arcangelo, dal quale l’intero colle prese il nome attuale. In particolare un corridoio interno di sostruzione fu trasformato in chiesa, con affreschi del IX secolo. Altre strutture medioevali (resti di una torre quadrata e di mura di recinzione e tracce di frequentazione del XIII secolo) testimoniano la continuazione dell’uso militare della sommità del colle.

L’area venne definitivamente abbandonata alla fine del XVI secolo, con lo spopolamento della città di Terracina. Al 1894 risalgono i primi scavi, condotti dallo studioso locale Pio Capponi, seguiti da altri scavi di Luigi Borsari nel 1896.