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APICE

Apice – Veduta
Di Fiore Silvestro Barbato from Napoli (NA), Italy – Apice (BN), il castello normanno., CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22215339

Nel XIX secolo, lo storico beneventano Alfonso Meomartini[5] ipotizzò che il toponimo derivasse da Marco Gavio Apicio, gastronomo, console e funzionario del Senatus Romanus, incaricato dal senato di ripartire, tra i veterani legionari, alcune terre del Sannio. La congettura trova riscontro nel nome di una contrada apicese detta Marcopio.

La prima menzione del comune risale tuttavia all’VIII secolo, in un diploma di concessione del Principe longobardo Grimoaldo a Montecassino “sub Apice“. Nell’XI secolo lo si trova sotto i conti di Ariano.

Nel 1113 fu devastato dal conestabile beneventano Landolfo della Greca, per una rappresaglia contro i Normanni che molestavano i beneventani. Nel 1122, fu assediato da Roberto il Guiscardo[morto già nel 1085], nel 1138 era tenuto da Rainulfo di Alife, che vi fu assediato da Ruggero il Normanno, il quale se ne impadronì, e lo diede al conte di Buonalbergo.

Gli apicesi si distinsero anche in Terra santa sotto Guglielmo il Buono, che li premiò con privilegi.[non chiaro]

Nel 1186 fu costituito in contea indipendente è dato ai Balbano. Successivamente passò ai Maletta, ai San Giorgio, ai Sabrano, ai Guevara, ai Carafa, ai Gallucci e ai Di Tocco Cantelmo Stuart.

Sotto gli Angioini fu teatro di sanguinosi conflitti, e nel 1417 cadde per poco in mano a Muzio Attendolo Sforza. Nel 1494, fu occupato dai francesi di Carlo VIII ma appena partito questi, tornò contea. Nel 1647 anche Apice partecipò alla ribellione di Masaniello nel tentativo di liberarsi dal giogo feudale e spagnolo.

Il comune fu devastato dal terremoto del 1702, con epicentro nelle immediate vicinanze di Apice, che provocò una trentina di morti, pari al 2,6% della popolazione dell’epoca[6]. Nel catasto onciario del 1753 sono in evidenza i luoghi della vecchia Apice, ossia la Terra di Apicij, il feudo di Lo Covante, Castiglione, San Lorenzo Vecchio, San Francesco, Corigliano e Monterone, quando il paese era abitato da 337 nuclei familiari (fuochi).

Nell’Ottocento, all’epoca del regno delle Due Sicilie, Apice fu aggregato amministrativamente al circondario di Paduli nell’ambito del distretto di Ariano, all’interno della provincia di Principato Ultra.Scorcio del paese abbandonato

Il 21 agosto 1962 il centro fu duramente colpito da due scosse di terremoto del VI e VII grado della scala Mercalli, che devastarono il Sannio e l’Irpinia facendo 17 morti. Il Ministero dei lavori pubblici ordinò l’evacuazione dei 6500 abitanti, che si trasferirono in gran parte nel nuovo abitato sorto sul pianoro prospiciente il vecchio paese. Parte degli abitanti rimase (nonostante l’ordinanza di evacuazione) fino al 1980, quando il terremoto dell’Irpinia costrinse gli ultimi abitanti a lasciare il paese.

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