Il seminario vescovile fu fatto edificare nel 1674 dal vescovo Tommaso Brancaccio sul luogo dove sorgeva l’asilo di mendicità. Pochi anni dopo, per disporre un’adeguata formazione dei chierici, il vescovo Orazio Fortunato ordinò l’ampliamento dell’edificio. Nei primi decenni del XVIII secolo furono aggiunte nuove aule. Danneggiato in seguito al terremoto del 20 febbraio 1743, il seminario fu restaurato con il vescovo Francesco Carafa (1737–1754); questi dotò il cortile interno di un piccolo portico con volte a crociera, per facilitare la comunicabilità tra i diversi ambienti, e realizzò il cavalcavia che unisce il seminario all’episcopio. Nella prima metà del secolo scorso, per opera del vescovo Francesco Minerva, la facciata principale dell’edificio fu completamente rifatta in stile neoclassico, in accordo con i principali caratteri architettonici del palazzo vescovile. La facciata è divisa orizzontalmente da due lesene: la parte inferiore è caratterizzata da un bugnato levigato, mentre, nel piano superiore la parete liscia è interrotta dall’allineamento ritmico delle finestre architravate e dalla presenza del bugnato agli angoli. Il portale d’ingresso è sormontato da un balcone con una porta finestra circoscritta da cornici e coronata da un architrave con timpano.