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PALAZZO DEGLI ELEFANTI

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Di Francesco Lombardi – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=77210428

Il palazzo degli Elefanti (già palazzo Senatorio) è un edificio storico adibito a municipio ubicato sul lato nord della scenografica piazza Duomo di Catania.[1]

Il primitivo edificio chiamato Palazzo Senatorio[2][3] o Casa Senatoria o Loggia Senatoria[4] o Loggia Medievale,[5] semplicemente loggia, aveva la funzione di archivio comunale.[6] I rappresentanti cittadini si riunivano nel peristilio, tra le sue mura talvolta si adunava il parlamento (assise documentate in città: 1281129613361353139714161460147514781494, ed ancora nel 15521566).[7]

Costruzione appartenente al sacro recinto al pari di altri edifici adiacenti, era definito genericamente col termine di cattedrale per indicare espressamente il luogo delle assise o curiae generales convocate dal sovrano. Le sessioni itineranti del Parlamento tenute nelle fedeli roccaforti di CataniaMessina e in molte città demaniali o regie della costa orientale siciliana, erano motivate dalle annose acredini tra fazione latina e catalana, fomentate dai vari esponenti delle famiglia Chiaramonte, nucleo dichiaratamente ostile ai membri di Casa d’Aragona.

Alla stessa stregua delle signorie rinascimentali dell’intera penisola, il Gran Loggiato destinato alle adunanze pubbliche, a Catania si perfezionò col termine di loggia o portico, appellativo utilizzato per identificare il Palazzo Pubblico.

Lope III Ximénez de Urrea y de Bardaixiviceré di Sicilia, dispose che i libri dei privilegi cittadini e le scritture varie ascrivibili ai sovrani aragonesi e alla regina Bianca di Navarra fossero raccolti in ogni parte del regno per essere custoditi negli archivi di questo stabile.[6]

I tumulti di Catania iniziati il 27 maggio 1647, locale espressione della rivolta antispagnola,[8] determinarono la parziale distruzione e il depauperamento degli archivi cittadini.

Alla sua costruzione nel 1696, subito dopo il terribile terremoto del 1693[6] che distrusse completamente le strutture, parteciparono numerosi architetti: il progetto originale fu realizzato da Giovan Battista Longobardo con la collaborazione dell’architetto Vincenzo Caffarelli dell’Ordine dei Crociferi e, dopo il 1757, su progetto dall’architetto Giuseppe Palazzotto.

Lo scalone d’onore che si apre sulla corte interna fu inserito nel XIX secolo da Stefano Ittar.

Il 14 dicembre 1944, a seguito di tumulti popolari, il municipio fu incendiato, evento che determinò la perdita dei preziosi archivi storici del comune e di cimeli custoditi nel Museo del Risorgimento, istituzione ospitata in alcuni ambienti. Dopo l’incendio le sale interne furono nuovamente arredate nello stile originario, il palazzo fu riaperto il 14 dicembre 1952, anniversario dell’incendio.

Dopo lavori di ristrutturazione, è stato adibito a sede del municipio dal 1953.