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NECROPOLI DI CASSIBILE

Necropoli del Cassibile 06.jpg
Di Davide Mauro – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=77911043

Il sito archeologico di Cassibile è uno dei più vasti della Sicilia, in quanto comprende numerose tracce rupestri e rovine in un territorio inserito fra i comuni di AvolaNoto e Siracusa.[senza fonte] Parte del sito ricade in terreni privati e pertanto risulta di difficile accesso.

Avola Antica rappresenta il principale nucleo di tale sito, in quanto posto ai bordi della Riserva di Cavagrande del Cassibile, luogo di interesse sia archeologico che naturalistico. Cavagrande, come dice la stessa denominazione è il canyon più largo e lungo della zona; più a nord sono presenti altre cave, molto più strette che terminano in corrispondenza dell’attuale abitato di Cassibile. Una di queste cave è la Cava Sant’Anna, ed è la più interessante dal punto di vista archeologico perché contiene al suo interno la Necropoli di Cassibile, che è, dopo Pantalica, il più grande complesso tombale della civiltà sicula. Sono presenti infatti circa duemila tombe a grotticella artificiale, databili ad un periodo che va dal 1000 all’800 a.C., epoca storica denominata dagli archeologi come “Seconda facies di Pantalica” o di “Cassibile”, in quanto prende il nome proprio da questa necropoli. Sono stati rinvenuti numerosi reperti, oggi custoditi presso il Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi, come le fibule ad arco a gomito, e vasellame. Altri complessi tombali, più isolati, sono inseriti all’interno delle cave successive; si tratta di tombe posteriori e quasi tutte a camera.

I numerosi reperti ci svelano che la civiltà che viveva tra Avola Antica e Cassibile era molto raffinata, probabilmente per via di un costante contatto con i Fenici e per la sua vicinanza al mare. La necropoli di Cava Sant’Anna fu riutilizzata in epoca bizantina, e molte tombe furono destinate anche ad altri usi; lo dimostrano gli arcosoli all’interno di alcune tombe a camera. Inoltre è assai probabile che, il colle piramidale che si trova di fronte alla necropoli, chiamato “Cugno Mola” è da identificarsi con il fortilizio, di cui parla Tucidide nel racconto sulla Guerra del Peloponneso; cioè doveva trattarsi del luogo, in prossimità della foce del fiume Cassibile, dove i Siracusani avevano installato una fortezza militare per sorvegliare gli Ateniesi in fuga. I Siracusani infatti dal colle impedirono agli Ateniesi di entrare nella valle del Cassibile, dove avrebbero cercato rifugio presso i Siculi di Avola Antica. Evidentemente i Siracusani e i Siculi, in vista dell’imminente vittoria siracusana, si erano alleati contro il nemico ateniese.