I Fuochi di San Giuseppe (lì fuòc d’ Sangiusépp’ in dialetto itrano) è una manifestazione tradizionale che si svolge ogni anno, la sera del 19 marzo. È una manifestazione popolare che coinvolge attivamente tutti gli abitanti di Itri, borgo ai piedi dei Monti Aurunci.
La manifestazione è caratterizzata dall’accensione di grossi Falò nei vari rioni del paese accompagnata da musiche e suonate popolari, danze, balli e degustazione di prodotti tipici locali come le zeppole fritte itrane, la salsiccia Itrana, l’oliva d’Itri, conosciuta come oliva di Gaeta, le bruschette con olio itrano, il formaggio marzolino e altri prodotti locali.
I fuochi di San Giuseppe sono la più antica delle tradizioni itrane e le sue origini si perdono nei secoli.[11]
Nella tradizione si fondono aspetti del paganesimo con quelli della religiosità cristiana: al ringraziamento di san Giuseppe, infatti, si unisce il rito arcaico del fuoco “purificatore”, che pur non avendo nessun rapporto con la vita del santo, è stato sincretisticamente associato alla sua festa in quanto coincidente con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.[12]
Era usanza dei falegnami del borgo ripulire le botteghe ed i magazzini dagli scarti della lavorazione ed allestire i falò, nei secoli passati di minori dimensioni, ma sicuramente molto numerosi, anche in onore del santo loro patrono e protettore. Sulla cima di ogni fuoco veniva e viene tuttora posto un manichino fatto con stracci vecchi (màmmuòcc’) simboleggiante l’inverno terminato.